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DIAGNOSTICA EL NIÑO/OSCILLAZIONE MERIDIONALE (ENSO) NCEP/NWS

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Una buona serata a tutti il forum. Di seguito un aggiornamento riguardante El Niño/Southern Oscillation.

DIAGNOSTICA EL NIÑO/OSCILLAZIONE MERIDIONALE (ENSO) rilasciato da CENTRO DI PREVISIONE CLIMATICA/NCEP/NWS 12 Ottobre 2023

Stato del Sistema di Allarme ENSO: Avviso El Niño

Il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) degli Stati Uniti monitora e prevede vari fenomeni climatici, tra cui l’El Niño e la La Niña, attraverso il suo ENSO Alert System. ENSO sta per “El Niño/Southern Oscillation”, un fenomeno climatico che rappresenta la variazione della temperatura dell’acqua nella parte centrale e orientale del Pacifico equatoriale, e ha impatti significativi sul clima globale.

SISTEMA DI ALLARME ENSO:

El Niño o La Niña Osservazione: Emesso quando le condizioni sono favorevoli allo sviluppo delle condizioni di El Niño o La Niña nei prossimi sei mesi.

Avviso El Niño o La Niña: Emesso quando vengono osservate le condizioni di El Niño o La Niña e ci si aspetta che continuino.

Avviso Finale El Niño o La Niña: Emesso dopo che le condizioni di El Niño o La Niña sono terminate.

NA: Il sistema di allarme ENSO non è attivo.

Il Centro di Previsione Climatica definisce…

“Condizioni El Niño” come esistenti quando: Un’anomalia positiva della temperatura della superficie del mare di 0,5° C o maggiore è osservata nella regione Niño-3.4 dell’Oceano Pacifico equatoriale (5° N – 5° S, 120° W – 170° W) e c’è l’aspettativa che verrà raggiunta la soglia dell’Indice Oceanico Niño (ONI) di 3 mesi, E Una risposta atmosferica tipicamente associata a El Niño viene osservata sull’Oceano Pacifico equatoriale (vedi Il Ciclo ENSO). “Condizioni La Niña” come esistenti quando: Un’anomalia negativa della temperatura della superficie del mare di -0,5° C o inferiore è osservata nella regione Niño-3.4 dell’Oceano Pacifico equatoriale (5° N – 5° S, 120° W – 170° W) e c’è l’aspettativa che verrà raggiunta la soglia dell’Indice Oceanico Niño (ONI) di 3 mesi, E Una risposta atmosferica tipicamente associata a La Niña viene osservata sull’Oceano Pacifico equatoriale (vedi Il Ciclo ENSO).

https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/enso_advisory/enso-alert-readme.shtml


Spiegazione:

Il Sistema di Allarme ENSO serve a monitorare e prevedere lo sviluppo delle condizioni di El Niño o La Niña, due fenomeni climatici che rappresentano variazioni nella temperatura delle acque del Pacifico equatoriale. Queste variazioni possono avere impatti significativi sul clima globale.

  • El Niño o La Niña Osservazione: Indica che c’è una possibilità che si sviluppino le condizioni di El Niño o La Niña nei prossimi mesi, ma non sono ancora presenti.
  • Avviso El Niño o La Niña: Questo viene emesso quando le condizioni di El Niño o La Niña sono già in corso e ci si aspetta che continuino.
  • Avviso Finale El Niño o La Niña: Significa che le condizioni di El Niño o La Niña sono terminate.
Il “Centro di Previsione Climatica” ha stabilito delle specifiche definizioni di cosa costituisca una condizione di El Niño o La Niña. Queste definizioni si basano su anomalie (deviazioni dalla norma) delle temperature della superficie del mare in una specifica regione dell’Oceano Pacifico (Niño-3.4). Inoltre, per essere classificate come El Niño o La Niña, ci deve essere una corrispondente risposta atmosferica osservata nella stessa regione.

Il Sistema di Allarme ENSO del NOAA è stato creato per informare il pubblico e i decisori politici sullo stato corrente del fenomeno ENSO e su come questo potrebbe influenzare il clima nelle diverse regioni del mondo. Questo sistema utilizza una serie di indicatori per determinare lo stato di El Niño o La Niña, e rilascia regolarmente aggiornamenti attraverso diagnostiche e avvisi.



Sinossi: Si prevede che El Niño continui durante la primavera dell’emisfero settentrionale (con un’probabilità dell’80% durante Marzo-Maggio 2024).

A settembre, le temperature della superficie del mare equatoriale (SSTs) erano sopra la media [Fig. 1], anche se le anomalie positive si sono indebolite nel Pacifico orientale. Tutti i più recenti valori settimanali dell’indice Niño sono rimasti oltre +1.0°C: Niño-4 era +1.2°C, Niño-3.4 era +1.5°C, Niño-3 era +1.9°C e Niño1+2 era +2.6°C [Fig. 2].

L’indice Niño è un insieme di misure utilizzate per monitorare e caratterizzare le anomalie della temperatura della superficie del mare (TSM) nell’Oceano Pacifico equatoriale. Queste anomalie sono centrali nella diagnosi e previsione delle condizioni di El Niño e La Niña, che sono fasi del fenomeno climatico noto come El Niño-Southern Oscillation (ENSO).

Gli indici Niño sono definiti per regioni specifiche del Pacifico equatoriale. Ecco una breve descrizione delle principali regioni Niño:

  1. Niño-1+2: Copre la zona orientale del Pacifico equatoriale, tra 0-10° S e 90° W-80° W.
  2. Niño-3: Si estende più a ovest, tra 5° N-5° S e 150° W-90° W.
  3. Niño-3.4: Questa è la regione più monitorata e spesso utilizzata come riferimento per diagnosticare e prevedere le condizioni ENSO. Si trova tra 5° N-5° S e 170° W-120° W.
  4. Niño-4: Si trova nella parte occidentale del Pacifico equatoriale, tra 5° N-5° S e 160° E-150° W.
Quando si parla dei “valori settimanali dell’indice Niño”, ci si riferisce alle anomalie settimanali delle TSM in queste regioni specifiche. Un valore positivo indica che le temperature sono superiori alla media a lungo termine per quel periodo dell’anno, mentre un valore negativo indica che sono inferiori alla media.

Per esempio, durante un evento di El Niño, le TSM nella regione Niño-3.4 sono tipicamente più calde del normale. D’altra parte, durante un evento di La Niña, le temperature sono tipicamente più fredde del normale.

Monitorare questi indici settimanalmente fornisce ai climatologi e ai meteorologi informazioni tempestive sulla possibile evoluzione delle condizioni ENSO e sul potenziale impatto sul clima a livello globale.


Le anomalie delle temperature sottosuperficiali medie per area sono diminuite [Fig. 3], ma sono rimaste sopra la media, in linea con le temperature sottosuperficiali elevate attraverso il Pacifico equatoriale centrale e orientale [Fig. 4]. Le anomalie atmosferiche tropicali erano coerenti con El Niño.
 

Alessandro 81

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Quando si parla di “anomalie atmosferiche tropicali erano coerenti con El Niño”, ci si riferisce ai cambiamenti osservati nella circolazione atmosferica tropicale che sono tipici di un episodio di El Niño. Queste anomalie atmosferiche sono strettamente collegate alle anomalie della temperatura della superficie del mare (TSM) nell’Oceano Pacifico equatoriale, che sono una caratteristica distintiva di El Niño.

Ecco alcune delle principali anomalie atmosferiche associate a El Niño:


  1. Cambiamenti nella Circolazione dei Venti: Durante un El Niño, si osserva generalmente un indebolimento dei venti alisei (che soffiano da est a ovest) nell’equatore del Pacifico. Questo può portare a venti anomali da ovest nella parte centrale del Pacifico. Questo indebolimento, o a volte la reversione, dei venti alisei può ulteriormente riscaldare le acque superficiali dell’oceano, rafforzando l’evento El Niño.
  2. Aumento della Convezione nell’Oceano Pacifico Centrale e Orientale: La convezione si riferisce all’ascesa di aria calda e umida che porta alla formazione di nuvole e precipitazioni. Durante un El Niño, la convezione è tipicamente aumentata sopra le acque più calde del normale del Pacifico centrale e orientale. Ciò può portare a più piogge in queste regioni e a meno piogge in altre aree, come l’Indonesia e l’Australia.
  3. Variazione nella Pressione Atmosferica: Un altro indicatore dell’El Niño è l’oscillazione del sud (Southern Oscillation). Si tratta di un cambiamento nella differenza di pressione atmosferica tra l’oceano Pacifico orientale e occidentale. Durante un El Niño, la pressione tende a essere più bassa del normale nell’oceano Pacifico orientale e più alta nel Pacifico occidentale.
Queste anomalie atmosferiche non solo confermano la presenza di un El Niño, ma influenzano anche il clima in tutto il mondo. Ad esempio, possono influenzare i modelli di precipitazione, aumentare il rischio di incendi in alcune regioni, causare siccità in altre, e influenzare le temperature in molte parti del mondo. Pertanto, monitorare queste anomalie è fondamentale per la previsione climatica e la preparazione ai possibili impatti di El Niño.

La Niña è l’opposto di El Niño e si riferisce a un raffreddamento delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale. Così come El Niño ha effetti atmosferici distintivi, anche La Niña produce anomalie atmosferiche specifiche. Ecco le principali anomalie atmosferiche associate a La Niña:

  1. Rafforzamento dei Venti Alisei: A differenza di El Niño, durante un episodio di La Niña, i venti alisei (che soffiano da est a ovest) si rafforzano. Questo rafforzamento spinge le acque superficiali calde verso l’ovest, permettendo alle acque fredde di risalire dalla profondità nell’est del Pacifico equatoriale, ulteriormente raffreddando le acque superficiali.
  2. Diminuzione della Convezione nell’Oceano Pacifico Centrale e Orientale: La convezione, o l’ascesa di aria calda e umida, è ridotta sopra le acque più fredde del normale del Pacifico centrale e orientale. Questo significa meno nuvole e precipitazioni in queste aree. Al contrario, la convezione può aumentare sopra le acque più calde nell’ovest del Pacifico, come l’Indonesia e l’Australia, portando a più piogge in queste regioni.
  3. Variazione nella Pressione Atmosferica: La pressione atmosferica tende ad aumentare nell’oceano Pacifico orientale e a diminuire nel Pacifico occidentale durante La Niña. Questo pattern è il contrario di ciò che si osserva durante El Niño.
  4. Movimento della Zona di Convergenza Intertropicale (ITCZ): L’ITCZ, una banda di forte convezione vicino all’equatore, può spostarsi, influenzando i modelli di precipitazione in varie regioni.
Queste anomalie atmosferiche associate a La Niña hanno un impatto globale sul clima. Ad esempio:

  • Nord America: Gli inverni possono essere più freddi del normale nel nord-ovest e più caldi nel sud-est degli Stati Uniti.
  • Australia: C’è un’alta probabilità di precipitazioni maggiori nell’est dell’Australia.
  • Sud-Est Asiatico: Le regioni possono sperimentare precipitazioni sopra la media.
Monitorare queste anomalie è essenziale per comprendere gli impatti di La Niña sul clima globale e per prepararsi di conseguenza.
 

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Nelle aree del Pacifico centrale, i venti a basso livello erano anomali da ovest, mentre i venti a livello superiore erano anomali da est.

ma cosa si intende per venti a basso livello erano anomali da ovest, mentre i venti a livello superiore erano anomali da est?

Questa descrizione riguarda le anomalie nella circolazione atmosferica che possono verificarsi durante eventi come El Niño.

  1. Venti a basso livello: Questi venti si trovano vicino alla superficie terrestre, generalmente fino a circa 1,5-2 km di altitudine. Quando si dice che i “venti a basso livello erano anomali da ovest”, ciò significa che vi è stata una deviazione rispetto alla normale direzione dei venti in questa fascia di altitudine. Nell’Oceano Pacifico equatoriale, la norma sono i venti alisei che soffiano da est a ovest. Durante un El Niño, questi venti possono indebolirsi o, in alcuni casi, invertire la direzione, diventando venti da ovest.
  2. Venti a livello superiore: Questi sono venti che si trovano a quote più elevate nell’atmosfera, generalmente sopra i 5 km. L’anomalia dei “venti a livello superiore da est” indica che, a queste altitudini, i venti provenivano da una direzione orientale con maggiore forza o frequenza rispetto alla norma.
Questo tipo di struttura verticale del vento, in cui i venti a basso livello sono da ovest e quelli a livello superiore sono da est, è noto come “circolazione di Walker” anomala. È un segno distintivo della risposta atmosferica a un El Niño e ha importanti implicazioni per la circolazione atmosferica e il clima in tutto il mondo.

Per esempio:

  • Questo cambiamento nella circolazione può contribuire al riscaldamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale, caratteristico di un El Niño.
  • Può anche influenzare la posizione e l’intensità della Zona di Convergenza Intertropicale (ITCZ), una banda di forte convezione vicino all’equatore, influenzando i modelli di precipitazione in molte parti del mondo.
La comprensione di queste anomalie dei venti e della loro interazione con l’oceano è fondamentale per prevedere e comprendere gli impatti climatici di eventi come El Niño.

La convezione era aumentata intorno alla Linea Internazionale del Data, estendendosi nel Pacifico orientale, appena a nord dell’equatore. La convezione era soppressa vicino all’Indonesia [Fig. 5].

Convezione è il movimento verticale dell’aria nell’atmosfera dovuto ai cambiamenti di temperatura e umidità. Questo fenomeno avviene quando l’aria vicino alla superficie terrestre si riscalda, diventa meno densa e inizia a salire. Mentre si alza, si raffredda e l’umidità si condensa formando nuvole e, spesso, precipitazioni.

ENSO, che sta per El Niño-Southern Oscillation, è un fenomeno climatico che descrive le fluttuazioni nella temperatura della superficie del mare e nella pressione atmosferica sull’Oceano Pacifico equatoriale. Esso ha due fasi principali: El Niño e La Niña.

La convezione è strettamente legata all’ENSO nei modi seguenti:


  1. El Niño e la Convezione:
    • Durante un episodio di El Niño, le acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale si riscaldano oltre la media.
    • Questo riscaldamento delle acque superficiali porta a un aumento della convezione (cioè a un aumento dell’ascesa di aria calda e umida).
    • L’aumento della convezione nell’Oceano Pacifico centrale e orientale spesso porta a più precipitazioni in queste aree. Allo stesso tempo, le regioni normalmente piovose come l’Indonesia e l’Australia settentrionale possono sperimentare una riduzione delle piogge, poiché la convezione si sposta verso il centro del Pacifico.
  2. La Niña e la Convezione:
    • Durante un episodio di La Niña, le acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale si raffreddano sotto la media.
    • Questo raffreddamento delle acque superficiali porta a una diminuzione della convezione in queste aree.
    • Ciò significa meno nuvole e precipitazioni nell’Oceano Pacifico centrale e orientale. Al contrario, le regioni come l’Indonesia e l’Australia settentrionale possono sperimentare un aumento delle precipitazioni, poiché la convezione si intensifica o si sposta verso queste regioni.
La connessione tra convezione e ENSO è un fattore chiave nel modo in cui ENSO influisce sul clima globale. Cambiamenti nella convezione nell’Oceano Pacifico equatoriale a causa di El Niño o La Niña possono influenzare i modelli meteorologici e climatici in tutto il mondo, causando stagioni delle piogge più intense o siccità, influenzando la formazione di cicloni tropicali e alterando i modelli di temperatura in molte regioni.
 

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L’Indice di Oscillazione Meridionale equatoriale (SOI) e il tradizionale SOI basato su stazioni erano entrambi notevolmente negativi. Collettivamente, il sistema accoppiato oceano-atmosfera rifletteva El Niño.

L’Indice di Oscillazione Meridionale (SOI) è una misura standardizzata delle variazioni nella pressione atmosferica tra due località nell’Oceano Pacifico equatoriale. Esso rappresenta una misura chiave della forza e della fase dell’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO). L’ENSO è un fenomeno climatico che coinvolge interazioni tra l’atmosfera e l’oceano nell’Oceano Pacifico equatoriale, ed è associato ai ben noti eventi climatici El Niño e La Niña.

Il SOI viene calcolato come la differenza tra la pressione atmosferica normalizzata a Tahiti e quella a Darwin, Australia. Una relazione inversa esiste tra SOI e la temperatura della superficie del mare nell’Oceano Pacifico centrale.


  1. Valori positivi del SOI: Indicano pressioni più alte del normale a Darwin e più basse del normale a Tahiti. Questo è generalmente associato a condizioni di La Niña.
  2. Valori negativi del SOI: Indicano pressioni più basse del normale a Darwin e più alte del normale a Tahiti. Questo è generalmente associato a condizioni di El Niño.
Equatorial Southern Oscillation Index (Indice di Oscillazione Meridionale Equatoriale) è una versione del SOI che si concentra sulle variazioni di pressione direttamente sull’equatore. Può essere utilizzato per identificare e monitorare le anomalie associate all’ENSO.

Il tradizionale SOI basato su stazioni fa riferimento al metodo classico di calcolo del SOI basato sulle misure di pressione atmosferica dalle stazioni meteorologiche a Tahiti e Darwin. È un metodo consolidato utilizzato da decenni per monitorare l’ENSO.

Entrambe le versioni dell’SOI sono utili per diagnosticare e prevedere gli eventi El Niño e La Niña e i loro potenziali impatti sul clima globale. Ad esempio, un SOI fortemente negativo potrebbe indicare un forte El Niño, mentre un SOI fortemente positivo potrebbe suggerire una forte La Niña. Queste informazioni, a loro volta, possono aiutare i meteorologi e i climatologi a fare previsioni su pioggia, siccità, temperature e altri fenomeni climatici in varie parti del mondo.


La più recente piuma di IRI favorisce la continuazione di El Niño attraverso la primavera 2024 dell’emisfero settentrionale [Fig. 6]. Considerando anche le osservazioni recenti e la NMME, il team propende per almeno un evento “forte” con una probabilità tra il 75% e l’85% tra novembre e gennaio (≥ 1,5°C per la media stagionale in Niño-3.4).

Ma cosa si intende per piuma di IRI e la NMME?



  1. Piuma di IRI (IRI Plume):
    • L’International Research Institute for Climate and Society (IRI) produce regolarmente una “piuma” di previsioni. Questa piuma è essenzialmente un grafico che mostra una serie di previsioni da diversi modelli climatici sul futuro di un certo fenomeno, come El Niño.
    • Ogni “filamento” della piuma rappresenta la previsione di un modello specifico, mostrando come le previsioni si divergono o convergono nel tempo.
    • L’uso del termine “piuma” è metaforico e deriva dall’aspetto del grafico, con molte linee (o “filamenti”) che si estendono, simili alle barbe di una piuma.
  2. NMME (North American Multi-Model Ensemble):
    • Il NMME è un insieme collaborativo di modelli climatici operativi basati in Nord America. È una partnership tra agenzie e istituzioni di ricerca che combina le previsioni da diversi modelli climatici per produrre una previsione “mediana” più affidabile.
    • L’idea dietro l’uso di un ensemble di modelli è che, combinando le informazioni da diversi modelli, si possa avere una visione più precisa e una migliore stima delle incertezze associate alle previsioni.
    • NMME fornisce previsioni per una serie di variabili climatiche, tra cui la temperatura della superficie del mare, le precipitazioni e la temperatura dell’aria a livello del suolo, che sono tutte cruciali per monitorare e prevedere l’ENSO e altri fenomeni climatici.
In breve, sia la piuma di IRI che la NMME sono strumenti utilizzati per fare previsioni sul clima, e in particolare sullo stato dell’ENSO. Questi strumenti sono essenziali per fornire informazioni tempestive ai decisori, ai pianificatori e al pubblico riguardo le potenziali condizioni climatiche future e le loro implicazioni.
 

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C’è una probabilità 3 su 10 di un evento “storicamente forte” che eguagli quelli del 2015-16 e 1997-98 (media stagionale ≥ 2,0°C). Gli eventi di El Niño più intensi aumentano la probabilità di anomalie climatiche legate ad El Niño, ma non si traducono necessariamente in forti impatti locali. Si consiglia di consultare le previsioni stagionali del CPC per le probabilità di temperatura e precipitazioni nelle prossime stagioni. In sintesi, si prevede che El Niño continui attraverso la primavera dell’emisfero settentrionale (con un’ probabilità dell’80% tra marzo e maggio 2024; [Fig. 7]).

Nota: IRI sta per International Research Institute for Climate and Society e NMME sta per North American Multi-Model Ensemble. Entrambi sono strumenti o modelli utilizzati per prevedere e monitorare fenomeni climatici come El Niño.

Di seguito le varie figure con la relativa spiegazione.
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Questa figura rappresenta le anomalie delle temperature della superficie del mare (SST, dall’inglese “Sea Surface Temperature”) per una determinata settimana, in questo caso centrata sul 4 ottobre 2023. Ecco una descrizione dettagliata:

  1. Anomalie delle SST: Le anomalie sono differenze dalla media normale, calcolate in riferimento a un periodo base, in questo caso il periodo 1991-2020. Ciò significa che, per ogni punto sulla mappa, la temperatura è stata confrontata con la temperatura media dello stesso punto nel periodo 1991-2020.
  2. Scala dei Colori:
    • Aree blu indicano temperature della superficie del mare più fredde della norma.
    • Aree rosse indicano temperature più calde della norma.
    • Aree vicine allo zero (colori vicino al bianco o beige) indicano temperature vicine alla media del periodo base.
  3. Posizione Geografica:
    • L’asse delle ordinate mostra la latitudine, con l’Equatore (EQ) al centro. I numeri indicano gradi di latitudine nord (N) o sud (S) dell’Equatore.
    • L’asse delle ascisse mostra la longitudine, con numeri che indicano gradi di longitudine est (E) o ovest (W) del Meridiano di Greenwich.
  4. Osservazioni Principali:
    • L’area centrale del Pacifico, vicino e a sud dell’Equatore, mostra forti anomalie positive (colori tendenti al rosso), il che suggerisce condizioni El Niño, dato che le temperature della superficie del mare sono più calde della media.
    • Altre aree, specialmente più a sud, mostrano anomalie negative (colori tendenti al blu), indicando acque più fredde della norma.
In sintesi, questa figura mostra dove le temperature della superficie del mare sono più calde o più fredde della media per il periodo 1991-2020, per la settimana centrata sul 4 ottobre 2023. Queste anomalie sono fondamentali per monitorare e prevedere fenomeni climatici come El Niño e La Niña.
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La figura 2 mostra delle serie temporali delle anomalie delle temperature della superficie del mare (SST, dall’inglese “Sea Surface Temperature”) nelle diverse regioni Niño, dal novembre 2022 all’ottobre 2023. Ogni serie temporale rappresenta una specifica regione Niño. Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Regioni Niño: Queste sono aree specifiche dell’oceano Pacifico equatoriale dove vengono monitorate le temperature della superficie del mare per identificare e classificare gli eventi El Niño e La Niña.
    • Niño 4: Si estende da 5°N a 5°S e da 150°W a 160°E.
    • Niño 3.4: Si estende da 5°N a 5°S e da 170°W a 120°W.
    • Niño 3: Si estende da 5°N a 5°S e da 150°W a 90°W.
    • Niño 1+2: Si estende da 0° a 10°S e da 90°W a 80°W.
  2. Scala dei Colori e Linee:
    • Aree blu sotto la linea orizzontale zero indicano anomalie negative delle SST, ovvero temperature della superficie del mare più fredde della norma.
    • Aree arancioni sopra la linea orizzontale zero indicano anomalie positive delle SST, ovvero temperature della superficie del mare più calde della norma.
  3. Interpretazione:
    • La regione Niño 4 mostra anomalie positive per quasi tutto l’anno, indicando temperature più calde del normale.
    • La regione Niño 3.4, spesso considerata la regione di riferimento per classificare gli eventi El Niño/La Niña, mostra un trend di aumento delle anomalie positive, suggerendo un rafforzamento delle condizioni El Niño.
    • La regione Niño 3 presenta anomalie positive per la maggior parte dell’anno, anche se leggermente inferiori rispetto alle altre regioni.
    • La regione Niño 1+2 mostra un andamento variabile, con anomalie positive e negative durante l’anno.
  4. Periodo Base: Le anomalie sono calcolate rispetto alla media del periodo 1991-2020, quindi ogni valore rappresenta una deviazione dalla temperatura media di quella regione durante quel periodo.
In sintesi, la figura mostra l’andamento delle anomalie delle temperature della superficie del mare nelle diverse regioni Niño dal novembre 2022 all’ottobre 2023. Le anomalie positive in molte delle regioni indicano la presenza o il rafforzamento delle condizioni El Niño. Queste informazioni sono essenziali per monitorare e prevedere i fenomeni climatici associati a El Niño, che possono avere impatti significativi su molte parti del mondo.
 

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La figura 3 illustra le anomalie del contenuto di calore nell’oceano superiore nell’equatoriale Pacifico, specificamente tra le latitudini 5°N e 5°S e le longitudini 180°-100°W, dal novembre 2022 all’ottobre 2023.

Ecco alcuni punti chiave:

  1. Contenuto di Calore dell’Oceano Superiore: Si riferisce alla quantità di calore immagazzinato negli strati superiori dell’oceano, e le anomalie rappresentano quanto questo contenuto di calore si discosta dalla norma.
  2. Scala dei Colori e Linea:
    • L’area blu sotto la linea orizzontale zero indica anomalie negative, cioè quando il contenuto di calore è inferiore alla media del periodo di riferimento (1991-2020).
    • L’area arancione sopra la linea orizzontale zero indica anomalie positive, cioè quando il contenuto di calore è superiore alla media del periodo di riferimento.
  3. Interpretazione:
    • Da novembre 2022 a gennaio 2023, c’è stata un’anomalia negativa, il che significa che il contenuto di calore nell’oceano superiore era al di sotto della media del periodo 1991-2020.
    • Da febbraio 2023 in poi, l’anomalia diventa positiva e cresce significativamente, raggiungendo il suo picco intorno a luglio e agosto 2023. Questo suggerisce che l’oceano stava immagazzinando più calore del solito in questo periodo.
  4. Periodo Base: Le anomalie sono calcolate rispetto al periodo pentadale (cioè un intervallo di cinque anni) medio tra il 1991 e il 2020. Quindi, ogni valore rappresenta una deviazione rispetto a questa media.
In sintesi, la figura mostra come il contenuto di calore nell’oceano superiore nell’equatoriale Pacifico sia variato nel tempo rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. L’aumento delle anomalie positive indica condizioni più calde nel 2023, il che potrebbe avere implicazioni per i fenomeni meteorologici e climatici associati, come El Niño.

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La Figura 4 mostra una sezione di profondità-longitudine delle anomalie di temperatura dell’oceano superiore equatoriale del Pacifico, compresa tra 0 e 300 metri di profondità. La rappresentazione grafica ti permette di vedere come variano le anomalie di temperatura attraverso diverse longitudini e profondità nell’oceano.

Ecco alcuni punti chiave sulla figura:

  1. Asse delle Longitudini: L’asse orizzontale rappresenta le longitudini, che vanno da 130°E a 80°W. Questo ci mostra un profilo trasversale dell’oceano Pacifico equatoriale da ovest a est.
  2. Asse della Profondità: L’asse verticale rappresenta la profondità, che varia da 0 a 300 metri sotto la superficie dell’oceano.
  3. Anomalie di Temperatura: Le anomalie di temperatura sono rappresentate dai diversi colori sul grafico. I colori caldi, come il rosso e l’arancione, indicano anomalie positive (temperature superiori alla media), mentre i colori freddi, come il blu e il ciano, indicano anomalie negative (temperature inferiori alla media). La barra dei colori sulla destra ti aiuta a interpretare l’intensità dell’anomalia per ogni colore.
  4. Periodo di Riferimento: Le anomalie sono calcolate come deviazioni rispetto alla media del periodo base 1991-2020. Questo significa che le anomalie mostrano quanto le temperature in un dato momento e luogo si discostano dalla media di quel periodo di 30 anni.
  5. Centramento sul Pentad: La mappa è centrata sul pentad del 5 ottobre 2023, il che significa che rappresenta una media delle temperature per un breve periodo attorno a quella data.
Da questa figura, possiamo osservare zone di riscaldamento o raffreddamento anomalo nelle diverse regioni dell’oceano Pacifico equatoriale e a diverse profondità, il che può fornire informazioni preziose sui processi oceanici e atmosferici, come il fenomeno El Niño o La Niña.
 

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La Figura 5 mostra le anomalie dell’Outgoing Longwave Radiation (OLR), ovvero la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre verso lo spazio. Questo tipo di radiazione è collegato all’attività delle nubi e alla temperatura della superficie: valori negativi di OLR (colori blu) indicano una maggiore presenza di nubi e meno radiazione emessa nello spazio, mentre valori positivi (colori rossi) indicano un’area con cielo sereno e una maggiore radiazione emessa.

Nella figura, puoi vedere le anomalie dell’OLR sulla mappa per un determinato periodo (dal 12 settembre al 7 ottobre 2023) rispetto alla media del periodo di base 1991-2020. Ciò significa che i colori sulla mappa rappresentano quanto l’OLR di quel periodo si discosta dalla media trentennale.

In particolare:

  • Aree in blu scuro indicano una forte anomalia negativa, suggerendo la presenza di una maggiore copertura nuvolosa o una diminuzione della radiazione infrarossa emessa verso lo spazio.
  • Aree in rosso scuro indicano una forte anomalia positiva, suggerendo cielo sereno o una maggiore emissione di radiazione infrarossa.
Analizzando la mappa, è possibile avere un’idea delle zone in cui si sono verificati eventi climatici significativi, come la formazione di nubi o fenomeni atmosferici associati a variazioni nella radiazione emessa verso lo spazio.
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La figura 6 mostra le previsioni delle anomalie della temperatura della superficie del mare (SST) per la regione Niño 3.4. Questa regione è una zona specifica dell’oceano Pacifico e le sue anomalie di temperatura sono spesso utilizzate per caratterizzare l’El Niño e la La Niña, due fasi importanti dell’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO).

Ecco alcuni punti chiave che possiamo ricavare dalla figura:

  1. Aree Colorate e Linee: Ogni linea rappresenta un modello climatico diverso. Alcuni modelli sono dinamici (“DYN MODELS”) mentre altri sono statistici (“STAT MODELS”). Questi modelli prevedono come la temperatura della superficie del mare si discosterà dalla media nel corso dei mesi futuri.
  2. Asse delle Ordinate (Y): L’asse verticale mostra l’anomalia della temperatura in gradi Celsius. Un valore positivo indica che le temperature sono previste essere al di sopra della media, mentre un valore negativo indica che sono previste essere al di sotto della media.
  3. Asse delle Ascisse (X): L’asse orizzontale rappresenta i mesi dell’anno. Si può vedere che la previsione inizia da settembre 2023 e continua per i mesi successivi.
  4. Risultati delle Previsioni: Le linee colorate mostrano che ci sono variazioni nelle previsioni tra i diversi modelli. Tuttavia, molte delle previsioni indicano un aumento dell’anomalia della temperatura nei mesi successivi a settembre, suggerendo la possibilità di un evento El Niño.
  5. IRI: L’acronimo IRI sta per International Research Institute for Climate and Society, che è l’ente che ha fornito queste previsioni.
In sintesi, questa figura fornisce una panoramica delle previsioni della temperatura della superficie del mare per la regione Niño 3.4 da vari modelli climatici. Queste previsioni sono cruciali per capire e prevedere i possibili impatti climatici associati all’ENSO nei mesi a venire.

ENSO Strengths

https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/enso_advisory/strengths/index.php

Il testo e la tabella forniscono previsioni sulla forza dell’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO) basate sull’indice Niño-3.4. Questo indice misura le anomalie di temperatura della superficie del mare in una regione specifica dell’oceano Pacifico e viene utilizzato per diagnosticare la presenza e la forza di El Niño o La Niña.

Tabella

La tabella mostra la probabilità (in percentuale) che l’indice Niño-3.4 superi (o sia inferiore a) certe soglie di temperatura (in gradi Celsius) nei mesi futuri.

  • Colonne Negative (< -1.5°C, < -1.0°C, < -0.5°C): Queste colonne rappresentano le probabilità di anomalie di temperatura negativa, tipiche della fase La Niña dell’ENSO.
  • Colonne Positive (> 0.5°C, > 1.0°C, > 1.5°C): Queste colonne rappresentano le probabilità di anomalie di temperatura positiva, tipiche della fase El Niño dell’ENSO.
  • Righe (SON, OND, NDJ, ecc.): Queste rappresentano intervalli di tre mesi. Ad esempio, “SON” sta per Settembre-Ottobre-Novembre.
Osservando la tabella, possiamo vedere che c’è una probabilità molto elevata (~100%) che l’indice Niño-3.4 sia superiore a 0,5°C nei mesi di SON, OND e NDJ, indicando una forte probabilità di un evento El Niño in quei mesi. Tuttavia, queste probabilità diminuiscono progressivamente nei mesi successivi.

Riferimento

Il testo finale cita un articolo scientifico pubblicato da diversi autori nel 2019. L’articolo discute le previsioni della forza dell’ENSO. La citazione è fornita per dare un contesto scientifico e una fonte affidabile alle informazioni presentate.

Conclusione

In sintesi, il testo e la tabella presentano previsioni sulle anomalie di temperatura nell’area Niño-3.4 dell’oceano Pacifico. Queste anomalie sono centrali per prevedere la presenza e la forza degli eventi El Niño o La Niña, che possono avere impatti significativi sul clima globale.
 

Alessandro 81

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la Figura 7 mostra le probabilità ufficiali dell’ENSO (El Niño-Southern Oscillation) basate sul Niño 3.4 indice di temperatura della superficie del mare, come fornite dalla NOAA CPC (National Oceanic and Atmospheric Administration’s Climate Prediction Center) nel 2023.

L’ENSO è un fenomeno climatico periodico caratterizzato da variazioni della temperatura della superficie dell’oceano nell’oceano Pacifico tropicale centrale e orientale. Ci sono tre fasi dell’ENSO: El Niño, La Niña e Neutro.

Nel grafico:

  • Le colonne rosse rappresentano le probabilità di condizioni di El Niño.
  • Le colonne grigie rappresentano le probabilità di condizioni neutre (né El Niño né La Niña).
  • Le colonne blu rappresentano le probabilità di condizioni di La Niña.
Le condizioni sono suddivise per stagione, indicate sul fondo del grafico (e.g., SON sta per settembre-ottobre-novembre, OND sta per ottobre-novembre-dicembre, e così via).

Alcune osservazioni dal grafico:

  1. Le probabilità di El Niño sono molto alte per molte stagioni, con probabilità che superano l’80% in diverse stagioni.
  2. Le probabilità di condizioni neutre e di La Niña sono generalmente basse durante la maggior parte delle stagioni, tranne per AMJ (aprile-maggio-giugno) e MAM (marzo-aprile-maggio) dove si vede un aumento delle condizioni neutre.
  3. La Niña ha una probabilità leggermente maggiore in AMJ, ma è ancora molto inferiore rispetto alle probabilità di El Niño nelle altre stagioni.
In sintesi, questo grafico fornisce previsioni sullo stato dell’ENSO per le diverse stagioni dell’anno basate sull’indice di temperatura della superficie del mare Niño 3.4. E dal grafico, sembra che nel 2023 ci sia una forte tendenza verso condizioni di El Niño per molte delle stagioni.

https://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/enso_advisory/ensodisc.shtml
 
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