I modelli, stanno vedendo concordi la prima onda di calore estiva "seria" proprio grossomodo sul fine settimana.
Sul fatto che non si tratti di prefrontale sono in un certo senso daccordo in merito alla durata della heat wave anche se occorrerebbe meglio inquadrare cosa si intenda per prefrontale quindi preferisco mettere un attimo da parte le terminologie
Mi preme evidenziare alcuni aspetti che riguardano proprio i protagonisti principali di questa probabile invasione calda:
1. Se allarghiamo un attimo la nostra prospettiva fin sulle sponde del continente americano possiamo notare come il getto in uscita dall'U.S. percorra sopra l'Atlantico un cammino ondulato ove il tipo di onda (cavo o promontorio) sia fortemente correlato alle attuali anomalìe oceaniche:
Il J-S è collegato pertanto la profondità dell'onda legata al vortice in uscita dell'E-Coast (figura 1) si ripercuote inevitabilmente sugli "snodi" che corrono sull'oceano fino al vecchio continente.
Se proseguiamo vediamo bene il percorso del getto fino all'Europa (fig.2):
il getto si scava proprio in prossimità del Regno Unito dove tende a creare una depressione con carattere di semistazionarietà:
Ad ovest rispetto alla depressione inglese resta semi aperto un corridoio che fa in modo che nelle fasi ove il getto ondula poco in uscita dal continente americano, prevalgano le correnti occidentali con un getto prevalentemente zonale (e prevalenza della componente azzorriana), nelle fasi invece in cui il forcing si fa maggiore il corridoio si chiude, almeno in parte, e il vortice britannico divenga maggiormente baroclino incidendo sul medio atlantico fino allo Stretto di Gibilterra e richiamando come risposta, una lingua di calore in direzione delle regioni meridionali e in parte centrali della nostra penisola.
2. il secondo protagonista è proprio Lei ovvero l'Africa.
Possiamo notare che la parte più rovente è allocata proprio nel settore nord occidentale del continente nero ove è presente una depressione termica ovvero non generata da instabilità baroclina (come avviene per le depressioni extra tropicali) bensì da forti moti convettivi.
Depressione termica...ebbene si .....il virtuale contrario dell'anticiclone termico (che è a cuore freddo) vi è quindi una depressione al suolo ( a cuore rovente) con un'alta in quota e gpt altissimi e che quindi tiene schiacciati e ben ancorati al suolo i valori elevatissimi di temperatura:
Senza andare a scomodare le streamlines a 300 hpa che, per quelle latitudini ci dicono poco, posto quelle relative all'altezza corrispondente a 5000 m (in quota circolazione anti ciclonica).
Ed ecco il vortice al suolo appena all'interno rispetto alle coste nord occidentali dell'Africa, molto ben visibile dai vettori del venti (a circolazione ciclonica) ove convergono i venti del monsone meridionale (WAM) e quelli del cd. monsone laterale, traghettando le masse bollenti di aria calda verso quella parte del continente ove vi sono le temperature più elevate.
Viene pertanto in parte depistata verso W tutta quella massa umida che risale dal Golfo di Guinea e diviene bollente nel deserto.
Tutta sta bella roba per dire che non mi sembra ancora tuttoggi vi siano le ideali condizioni affinchè possano consolidarsi e stazionare a lungo (con il minimo sforzo da parte del getto nell'imprimere un forcing ) condizioni di caldo infernale sull'Italia quanto piuttosto sono possibili fasi di transito (benchè lenti) di onde di calore rese possibile da forzature nel getto (e che quindi imprimono un pò quel carattere di prefrontalità che abbiamo negato all'inizio ).
E se in effetti partiamo ancora da più lontano.... notiamo quel modesto calo del PNA index (segno di un avvenuto forcing meridiano in area pacifica) che è verosimilmente all'origine del pressing meridiano della bassa inglese giusto giusto con il dovuto lag temporale.
In metafora pare che "la coperta africana sia un pò corta" e nel momento in cui Africa e Atlantico rischiano di incontrarsi, laddove poi il livello di umidità è elevato, i fenomeni rischiano di essere anche rilevanti.
Certe configurazioni con l'Africa al limite e l'Atlantico appena "sopra" quando in quota tirano tese correnti da SW mi fanno un pò .....pensare :-X :-X (Ho certi ricordi di un fine giugno in una precisa zona della Garfagnana....vabbè sono eventi per fortuna un pò casuali : )
Il vortice, laddove posizionato, nel momento in cui esercita un azione meridiana, va ad esaltare proprio certe caratteristiche ovvero una sorta di lungo caldo di tipo prefrontale (ma che va a durare "troppo" per potersi definire tale) al centro sud mentre al nord.....le masse d'aria rischiano di "litigare" fra loro generando condizioni di tempo a tratti decisamente instabile.
Non dimentichiamoci tuttavia della fase in cui il vortice inglese si riallaccia al getto atlantico e allora il tempo diventa meno afoso, le correnti tendono a provenire da NNW (o da NNE), mentre i sistemi atlantici passano direttamente oltralpe in seno a correnti occidentali, e questo si verifica nel momento in cui il getto si stende, e diviene meno ondulato.
Quindi al momento un' estate con 2 facce che si danno il cambio.
Sul fatto che non si tratti di prefrontale sono in un certo senso daccordo in merito alla durata della heat wave anche se occorrerebbe meglio inquadrare cosa si intenda per prefrontale quindi preferisco mettere un attimo da parte le terminologie
Mi preme evidenziare alcuni aspetti che riguardano proprio i protagonisti principali di questa probabile invasione calda:
1. Se allarghiamo un attimo la nostra prospettiva fin sulle sponde del continente americano possiamo notare come il getto in uscita dall'U.S. percorra sopra l'Atlantico un cammino ondulato ove il tipo di onda (cavo o promontorio) sia fortemente correlato alle attuali anomalìe oceaniche:
Il J-S è collegato pertanto la profondità dell'onda legata al vortice in uscita dell'E-Coast (figura 1) si ripercuote inevitabilmente sugli "snodi" che corrono sull'oceano fino al vecchio continente.
Se proseguiamo vediamo bene il percorso del getto fino all'Europa (fig.2):
il getto si scava proprio in prossimità del Regno Unito dove tende a creare una depressione con carattere di semistazionarietà:
Ad ovest rispetto alla depressione inglese resta semi aperto un corridoio che fa in modo che nelle fasi ove il getto ondula poco in uscita dal continente americano, prevalgano le correnti occidentali con un getto prevalentemente zonale (e prevalenza della componente azzorriana), nelle fasi invece in cui il forcing si fa maggiore il corridoio si chiude, almeno in parte, e il vortice britannico divenga maggiormente baroclino incidendo sul medio atlantico fino allo Stretto di Gibilterra e richiamando come risposta, una lingua di calore in direzione delle regioni meridionali e in parte centrali della nostra penisola.
2. il secondo protagonista è proprio Lei ovvero l'Africa.
Possiamo notare che la parte più rovente è allocata proprio nel settore nord occidentale del continente nero ove è presente una depressione termica ovvero non generata da instabilità baroclina (come avviene per le depressioni extra tropicali) bensì da forti moti convettivi.
Depressione termica...ebbene si .....il virtuale contrario dell'anticiclone termico (che è a cuore freddo) vi è quindi una depressione al suolo ( a cuore rovente) con un'alta in quota e gpt altissimi e che quindi tiene schiacciati e ben ancorati al suolo i valori elevatissimi di temperatura:
Senza andare a scomodare le streamlines a 300 hpa che, per quelle latitudini ci dicono poco, posto quelle relative all'altezza corrispondente a 5000 m (in quota circolazione anti ciclonica).
Ed ecco il vortice al suolo appena all'interno rispetto alle coste nord occidentali dell'Africa, molto ben visibile dai vettori del venti (a circolazione ciclonica) ove convergono i venti del monsone meridionale (WAM) e quelli del cd. monsone laterale, traghettando le masse bollenti di aria calda verso quella parte del continente ove vi sono le temperature più elevate.
Viene pertanto in parte depistata verso W tutta quella massa umida che risale dal Golfo di Guinea e diviene bollente nel deserto.
Tutta sta bella roba per dire che non mi sembra ancora tuttoggi vi siano le ideali condizioni affinchè possano consolidarsi e stazionare a lungo (con il minimo sforzo da parte del getto nell'imprimere un forcing ) condizioni di caldo infernale sull'Italia quanto piuttosto sono possibili fasi di transito (benchè lenti) di onde di calore rese possibile da forzature nel getto (e che quindi imprimono un pò quel carattere di prefrontalità che abbiamo negato all'inizio ).
E se in effetti partiamo ancora da più lontano.... notiamo quel modesto calo del PNA index (segno di un avvenuto forcing meridiano in area pacifica) che è verosimilmente all'origine del pressing meridiano della bassa inglese giusto giusto con il dovuto lag temporale.
In metafora pare che "la coperta africana sia un pò corta" e nel momento in cui Africa e Atlantico rischiano di incontrarsi, laddove poi il livello di umidità è elevato, i fenomeni rischiano di essere anche rilevanti.
Certe configurazioni con l'Africa al limite e l'Atlantico appena "sopra" quando in quota tirano tese correnti da SW mi fanno un pò .....pensare :-X :-X (Ho certi ricordi di un fine giugno in una precisa zona della Garfagnana....vabbè sono eventi per fortuna un pò casuali : )
Il vortice, laddove posizionato, nel momento in cui esercita un azione meridiana, va ad esaltare proprio certe caratteristiche ovvero una sorta di lungo caldo di tipo prefrontale (ma che va a durare "troppo" per potersi definire tale) al centro sud mentre al nord.....le masse d'aria rischiano di "litigare" fra loro generando condizioni di tempo a tratti decisamente instabile.
Non dimentichiamoci tuttavia della fase in cui il vortice inglese si riallaccia al getto atlantico e allora il tempo diventa meno afoso, le correnti tendono a provenire da NNW (o da NNE), mentre i sistemi atlantici passano direttamente oltralpe in seno a correnti occidentali, e questo si verifica nel momento in cui il getto si stende, e diviene meno ondulato.
Quindi al momento un' estate con 2 facce che si danno il cambio.