S
Sporvino
Guest
A premessa dell’analisi in merito all’evoluzione attesa futura, risulta utile effettuare un breve riassunto delle fasi più significative registrate in questo scorcio d’inverno.
Finora, l’Inverno e’ stato contraddistinto da 2 distinte fasi di attiva d’onda, la prima durante i primi giorni di dicembre e la seconda sul finire dell’anno, intervallate da una fase di riaccorpamento del vp con velocita’ zonali elevate e di conseguenza con valori positivi di NAM e AO.
• La prima fase ad inizio dicembre non e’ andata a buon fine a causa di un pessimo posizionamento dell’onda 1 e di una mancanza di stazionarieta’ della stessa che non ha permesso lo sviluppo dell’onda 2 (che ricordiamo segue sempre allo sviluppo della 1 e che dipende dunque dal suo grado di stazionarietà e dalla sua posizione esatta). Tale periodo è stato seguito da un fisiologico riaccorpamento in area americana-groenladese con successiva dinamica di migrazione delle masse artiche verso l’Eurasia (displacement e fase NAM, AO + dal 10 dicembre fino a natale).
• Il suddetto movimento displacement ha causato, verso l’inizio della terza decade di dicembre, la nascita di una nuova e più energetica onda 1. Sebbene migliore della precedente, anche in questo caso il posizionamento di quest’ultima non è stato dei migliori, o perlomeno non tale da consentire la nascita di un’importante onda 2 in grado di condurre al completo split del vortice (MMW) e dunque ad innescare l’auspicato periodo di condizionamento da AO---(con il superamento della soglia NAM -3). (fig. 1)
Fig.1 ) La carta mostra la situazione del VP alla quota di 10 hpa per il periodo di inizio anno. Si vede che l’asse del vortice non è favorevole allo sviluppo di una forte onda 2 (che ricordiamo si origina dall’impatto del lobo canadese con il continente nord americano) in grado di portare allo split del VP stesso. Per essere favorevole sarebbe stata necessaria una ulteriore rotazione in senso orario.
A livello troposferico i massimi sviluppi dell’attività d’onda si sono avuti a cavallo del capodanno e dell’Epifania. (fig. 2)
Fig.2 ) Le immagini rappresentano la situazione del VPT nel periodo di massima attività d’onda appena trascorso.
Analogamente a quanto accaduto nello scorso mese di dicembre, il mancato split del VP sta determinando una nuova fisiologica fase di rafforzamento del VP stesso in area canadese che condurra’ ad una lenta dinamica di migrazione dei centri di vorticità dal Canada/Groenlandia verso la Siberia. Questa fase sara’ caratterizzata da un periodo di AO e NAO+.
Al termine del nuovo displacement (inquadrabile in terza decade), in seguito all’impatto del VP con il continente euroasiatico, dovrebbe nascere un nuovo disturbo ai danni del VP (sviluppo nuova onda 1), che dovrebbe riuscire a favorire una nuova fase più dinamica dai connotati invernali (calo AO e NAO). A questo proposito crediamo che, a differenza delle precedenti fasi di massima attività d’onda (inizio dicembre e inizio gennaio), in questo caso l’onda 1 possa avere maggiori chance di risultare maggiormente stazionaria ed in una posizione più favorevole. Le ragioni di una simile ipotesi sono essenzialmente due:
1) Al termine del precedente warming di fine anno il VP è stato notevolmente indebolito e le velocità zonali risultano estremamente più ridotte rispetto allo scorso mese di dicembre, praticamente sull’intera colonna stratosferica. A questo proposito ricordiamo che la lunghezza che l’onda deve avere per risultare stazionaria ad una certa quota è proporzionale alla velocità zonale media del VP alla quota stessa. Ciò vuol dire che, con velocità zonali più ridotte, la capacità stazionaria dell’onda aumenta sensibilmente. (fig. 3)
Fig.3 ) Dal grafico si evince il mancato MMW ai primi di gennaio (inversione dei venti zonali limitata alla quota di 1 hpa e solo per qualche ora) e la ripartenza dei venti zonali su livelli molto più bassi rispetto a dicembre
2) La posizione in cui l’onda 1 risulta stazionaria è fortemente legata ai centri di convenzione sull’oceano Pacifico. A questo proposito nel corso del mese di gennaio i centri di previsione globale ci indicano un netto miglioramento, con spostamento dei centri di convenzione verso ovest. (fig. 4)
Fig.4 ) Dall’immagine, che ritrae le anomalie di precipitazioni a scala globale, si desumono chiaramente i principali centri di convenzione in area pacifica. Da questi, evidenziati dal cerchio blu, si percepisce una progressiva migrazione verso ovest nel corso del trimestre invernale. Il forecast di febbraio indica una posizione quasi ottimale dei centri di convenzione in ottica posizione onda 1.
Conclusioni
Da quanto analizzato precedentemente, con particolare riferimento al cambiamento in area Pacifica, nonché considerando un quadro di base generalmente positivo (qbo negativa a tutte le quote congiunta ad un’attività solare che si attesta su valori medi non elevati), a partire dalla terza decade di gennaio potrebbero finalmente concretizzarsi le condizioni favorevoli ad una fase invernale ben più dinamica anche sul continente europeo. A questo proposito riteniamo che fino ad ora ciò che ha influito negativamente inibendo la capacità dell’onda atlantica di spingersi sino alle alte latitudini e dunque di disturbare fortemente l’attività del VP (condizioni da AO--), sia stata proprio una dislocazione alquanto negativa dei principali centri di convenzione sul Pacifico (ciclo ENSO). Pertanto, se la configurazione molto buona in area ENSO prevista dal centro di calcolo cfs per il mese di febbraio risultasse veritiera, si potrebbe assistere ad una seconda ed ultima fase invernale caratterizzata da una più spiccata attività dell’onda atlantica con importante e forse reiterata fase artica sul continente europeo.
Innocenti Matteo
Rosa Davide
Un caloroso e convinto ringraziamento a Riccardo Valente e Alessandro Pizzuti per le tante e proficue “chiacchierate” ricche di nozioni didattiche che ci hanno permesso di comprendere i complessi meccanismi dell’atmosfera, ampliando le nostre conoscenze.
Finora, l’Inverno e’ stato contraddistinto da 2 distinte fasi di attiva d’onda, la prima durante i primi giorni di dicembre e la seconda sul finire dell’anno, intervallate da una fase di riaccorpamento del vp con velocita’ zonali elevate e di conseguenza con valori positivi di NAM e AO.
• La prima fase ad inizio dicembre non e’ andata a buon fine a causa di un pessimo posizionamento dell’onda 1 e di una mancanza di stazionarieta’ della stessa che non ha permesso lo sviluppo dell’onda 2 (che ricordiamo segue sempre allo sviluppo della 1 e che dipende dunque dal suo grado di stazionarietà e dalla sua posizione esatta). Tale periodo è stato seguito da un fisiologico riaccorpamento in area americana-groenladese con successiva dinamica di migrazione delle masse artiche verso l’Eurasia (displacement e fase NAM, AO + dal 10 dicembre fino a natale).
• Il suddetto movimento displacement ha causato, verso l’inizio della terza decade di dicembre, la nascita di una nuova e più energetica onda 1. Sebbene migliore della precedente, anche in questo caso il posizionamento di quest’ultima non è stato dei migliori, o perlomeno non tale da consentire la nascita di un’importante onda 2 in grado di condurre al completo split del vortice (MMW) e dunque ad innescare l’auspicato periodo di condizionamento da AO---(con il superamento della soglia NAM -3). (fig. 1)
Fig.1 ) La carta mostra la situazione del VP alla quota di 10 hpa per il periodo di inizio anno. Si vede che l’asse del vortice non è favorevole allo sviluppo di una forte onda 2 (che ricordiamo si origina dall’impatto del lobo canadese con il continente nord americano) in grado di portare allo split del VP stesso. Per essere favorevole sarebbe stata necessaria una ulteriore rotazione in senso orario.
A livello troposferico i massimi sviluppi dell’attività d’onda si sono avuti a cavallo del capodanno e dell’Epifania. (fig. 2)
Fig.2 ) Le immagini rappresentano la situazione del VPT nel periodo di massima attività d’onda appena trascorso.
Analogamente a quanto accaduto nello scorso mese di dicembre, il mancato split del VP sta determinando una nuova fisiologica fase di rafforzamento del VP stesso in area canadese che condurra’ ad una lenta dinamica di migrazione dei centri di vorticità dal Canada/Groenlandia verso la Siberia. Questa fase sara’ caratterizzata da un periodo di AO e NAO+.
Al termine del nuovo displacement (inquadrabile in terza decade), in seguito all’impatto del VP con il continente euroasiatico, dovrebbe nascere un nuovo disturbo ai danni del VP (sviluppo nuova onda 1), che dovrebbe riuscire a favorire una nuova fase più dinamica dai connotati invernali (calo AO e NAO). A questo proposito crediamo che, a differenza delle precedenti fasi di massima attività d’onda (inizio dicembre e inizio gennaio), in questo caso l’onda 1 possa avere maggiori chance di risultare maggiormente stazionaria ed in una posizione più favorevole. Le ragioni di una simile ipotesi sono essenzialmente due:
1) Al termine del precedente warming di fine anno il VP è stato notevolmente indebolito e le velocità zonali risultano estremamente più ridotte rispetto allo scorso mese di dicembre, praticamente sull’intera colonna stratosferica. A questo proposito ricordiamo che la lunghezza che l’onda deve avere per risultare stazionaria ad una certa quota è proporzionale alla velocità zonale media del VP alla quota stessa. Ciò vuol dire che, con velocità zonali più ridotte, la capacità stazionaria dell’onda aumenta sensibilmente. (fig. 3)
Fig.3 ) Dal grafico si evince il mancato MMW ai primi di gennaio (inversione dei venti zonali limitata alla quota di 1 hpa e solo per qualche ora) e la ripartenza dei venti zonali su livelli molto più bassi rispetto a dicembre
2) La posizione in cui l’onda 1 risulta stazionaria è fortemente legata ai centri di convenzione sull’oceano Pacifico. A questo proposito nel corso del mese di gennaio i centri di previsione globale ci indicano un netto miglioramento, con spostamento dei centri di convenzione verso ovest. (fig. 4)
Fig.4 ) Dall’immagine, che ritrae le anomalie di precipitazioni a scala globale, si desumono chiaramente i principali centri di convenzione in area pacifica. Da questi, evidenziati dal cerchio blu, si percepisce una progressiva migrazione verso ovest nel corso del trimestre invernale. Il forecast di febbraio indica una posizione quasi ottimale dei centri di convenzione in ottica posizione onda 1.
Conclusioni
Da quanto analizzato precedentemente, con particolare riferimento al cambiamento in area Pacifica, nonché considerando un quadro di base generalmente positivo (qbo negativa a tutte le quote congiunta ad un’attività solare che si attesta su valori medi non elevati), a partire dalla terza decade di gennaio potrebbero finalmente concretizzarsi le condizioni favorevoli ad una fase invernale ben più dinamica anche sul continente europeo. A questo proposito riteniamo che fino ad ora ciò che ha influito negativamente inibendo la capacità dell’onda atlantica di spingersi sino alle alte latitudini e dunque di disturbare fortemente l’attività del VP (condizioni da AO--), sia stata proprio una dislocazione alquanto negativa dei principali centri di convenzione sul Pacifico (ciclo ENSO). Pertanto, se la configurazione molto buona in area ENSO prevista dal centro di calcolo cfs per il mese di febbraio risultasse veritiera, si potrebbe assistere ad una seconda ed ultima fase invernale caratterizzata da una più spiccata attività dell’onda atlantica con importante e forse reiterata fase artica sul continente europeo.
Innocenti Matteo
Rosa Davide
Un caloroso e convinto ringraziamento a Riccardo Valente e Alessandro Pizzuti per le tante e proficue “chiacchierate” ricche di nozioni didattiche che ci hanno permesso di comprendere i complessi meccanismi dell’atmosfera, ampliando le nostre conoscenze.