Aggiungo anche che se veramente ci fosse stato un condizionamento importante, i clauster dall'Ao sarebbero schizzati in alto cosa che non è mai stata fatta, addirittura da inizio dicembre non è mai tornata sui valori positivi. Ad oggi l'unico dato di fatto è di aver raggiunto il valore di + 2.7 a quote elevate, ma se si prende il grafico del nam un vero touch down non vi è mai stato. L'unica cosa certa è che la bassa stratosfera si è raffreddata abbastanza dunque sicuramente sarà più difficile da scalfire, però personalmente credo che con un Warming di tipo major visto da gfs un duro colpo lo prenda, ma poi come tutte le cose sarà da valutare il tutto. Rimango dunque dell'idea che non è completamente corretto parlare di condizionamento e quindi di ese cold per come lo conosciamo noi, ovvero un vp chiuso per 45-60 giorni, ma qualcosa che non è ancora interpretabile è che sarà oggetto sicuramente di studio. Nel riveder le carte dei giorni passati vedo un accelerazione del Vp ovvero velocità zonali in crescendo, aumento della nao, e onde corte divergenti ma non un vp chiuso in prima armonica... con un ese cold avvenuto il 27-28 dicembre a memoria non ricordo una articata dopo appena 15 giorni come quella vista dai modelli. Più che capire quanto l'ese cold ha condizionato è capire quanta benzina abbbiamo per avere un SSW, con asse, propagazione ecc da valutare.
Un saluto a tutti
gli ese's del paper capostipite della questione B&D definiscono strong/weak vortex event quelli in cui si supera la famosa soglia ad una quota predeterminata del vortice, la storia poi finisce lì, non sta scritto da nessuna parte che questo superamento debba tradursi in altro
i 60 giorni per il loro lavoro rientrano nella classificazione degli strong/weak vortex regime
ad ogni modo, pur essendo un lavoro caposaldo, anche perchè il primo nel suo genere, è stato ampiamente superato e meglio implementato da altra letteratura, più o meno recente
Polvani nel 2004 con determinazione dell'andamento flussi a 100hpa, un nuovo elemento ex post per circostanziare statisticamente meglio i regimi
https://journals.ametsoc.org/view/journals/clim/17/18/1520-0442_2004_017_3548_uwafaa_2.0.co_2.xml
Runde &Co. con le anomalie di GPH a 30hpa superiori a 1,5 stddev x almeno 10gg e classificando tutti gli eventi con o senza ingerenze in troposfera, misurate a 700hpa
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/2016GL069569
Lowrenze & Manney con uno studio approfondito sulle variabilità degli eventi estremi e non con lo studio dei venti zonali nel VortexEdge
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/2017JD027556
tutti questi studi sottendono l'intento di comprendere meglio le caratteristiche che possono caratterizzare questi eventi, con i loro parametri e le loro peculiarità
quello attuale è un esempio di evento estremamente peculiare
non c'è in tutto l'archivio nasa, per quanto ovviamente lo storico sia molto beve, un evento in cui la soglia viene superata e raggiunge addirittura i 2,7 a inizio gennaio con mpv su tutti i livelli isentropici sottomedia, compresa la quota degli 850k
o meglio c'è ma è il 98-99 in cui ci fu un fugace superamento tra due eventi di inversione, quindi fa veramente poco testo
non si può dire che questo aspetto sia stato compensato dai livelli delle pv negli edge perchè negli eventi del passato spesso i due parametri vanno a braccetto
il discorso sulla nao come segnale dell'ese lo condivido fino a un certo punto, è vero che mpv forti negli edge possono agevolare zonalità, ma la zonalità non è necessariamente consequenziale dalle mpv, sono un surplus energetico che può essere redistribuito in modi diversi a seconda della condizione troposferica che va a impattare
in questo caso dopo metà dicembre (proprio quando risale la nao) c'è stata una colossale ripartenza del forcing superficiale da la nina (valori penso da recor del SOI giornaliero tra 22-23 dicembre) con pv ben attive in prossimità del continente marittimo, paradossalmente in coincidenza di un fenomeno già defunto a livello oceanico - vedasi Humboldt e heat content - che ha completamente minimizzato le velleità di discontinuità del treno d'onda, quindi un periodo di stallo post ricompattamento era comunque in nuce
in sostanza, al momento, questo non si è configurato come uno strong vortex regime
ce lo dicono chiaramente vari parametri, ma banalmente basta lo spaccato del nam