Sul meteoforum del CML il meteorologo Ascanio Scambiati (asky91) ha segnalato la pubblicazione di uno studio che proprio negli ultimi mesi è stato condotto da alcuni dei più famosi climatologi mondiali.
Su internet ho trovato solo u piccolo abstract, ma riassume molto bene ciò che lo studio mostra.
https://www.researchgate.net/publication/328644511_Projected_changes_in_persistent_extreme_summer_weather_events_The_role_of_quasi-resonant_amplification
Cosa dice in sostanza? Praticamente ciò che si sospettava da molto tempo. L'aumento vertiginoso delle temperature dell'Artide, non solo causa una diminuzione dell'effetto albedo e, quindi, un'amplificazione del riscaldamento globale, e in particolare nord emisferico; agisce anche in un altro modo.
L'Artico caldo ha diminuito i gradienti di temperatura tra le alte e le basse latitudini. Ciò si traduce in una minore "necessità" dell'atmosfera di attuare scambi di calore.
In altre parole, a causa dei diminuiti scambi di calore, la penetrazione delle onde di Rossby è meno efficace, e le stesse onde di Rossby molto spesso sono stazionarie, si muovono pochissimo, o evolvono precocemente in cut-off.
Non solo fa molto più caldo rispetto a pochi anni fa, ma, in aggiunta a ciò, stiamo facendo una fatica immane a vedere irruzioni, affondi, saccature strutturate.
Sostanzialmente , uno dei motivi per cui il fronte polare è quasi sempre più alto del normale, per cui noi siamo sempre dentro un mare altopressorio, e per cui le saccature faticano ad affondare, è costituito dall'inefficacia della circolazione emisferica di portare a compimento scambi meridiani significativi.
Prendiamo gli inverni anonimi del passato. Anche in stagioni fredde caratterizzate da zonalità o da lunghe fasi anticicloniche (1998-99, 1999-2000, 2007-08 per citarne tre), almeno 5-6 saccature in cui arrivava la -10 sulle Alpi e la -5 in centro Italia te le faceva senza difficoltà.
Negli ultimi inverni, di queste saccature artiche ne avremo viste sì e no 5-6... in 5 anni!
Oppure, in alternativa, è servito lo split polare del secolo per portare una retrogressione di 3 giorni, subito riassorbita (febbraio 2018)... peraltro una dinamica "sui generis" che si verifica raramente, solo in determinate condizioni circolatorie che non si verificano tutti gli anni. Nemmeno una Rossby in senso stretto, quindi.
Le normali e frequenti irruzioni artiche (relativamente alle nostre medie eh, non in senso assoluto), che poi sono quelle che "fanno" i nostri inverni, stanno sparendo.
Un altro anello su come agisce l'AGW sembra essere stato agganciato alla lunga catena del clima
Su internet ho trovato solo u piccolo abstract, ma riassume molto bene ciò che lo studio mostra.
https://www.researchgate.net/publication/328644511_Projected_changes_in_persistent_extreme_summer_weather_events_The_role_of_quasi-resonant_amplification
Cosa dice in sostanza? Praticamente ciò che si sospettava da molto tempo. L'aumento vertiginoso delle temperature dell'Artide, non solo causa una diminuzione dell'effetto albedo e, quindi, un'amplificazione del riscaldamento globale, e in particolare nord emisferico; agisce anche in un altro modo.
L'Artico caldo ha diminuito i gradienti di temperatura tra le alte e le basse latitudini. Ciò si traduce in una minore "necessità" dell'atmosfera di attuare scambi di calore.
In altre parole, a causa dei diminuiti scambi di calore, la penetrazione delle onde di Rossby è meno efficace, e le stesse onde di Rossby molto spesso sono stazionarie, si muovono pochissimo, o evolvono precocemente in cut-off.
Non solo fa molto più caldo rispetto a pochi anni fa, ma, in aggiunta a ciò, stiamo facendo una fatica immane a vedere irruzioni, affondi, saccature strutturate.
Sostanzialmente , uno dei motivi per cui il fronte polare è quasi sempre più alto del normale, per cui noi siamo sempre dentro un mare altopressorio, e per cui le saccature faticano ad affondare, è costituito dall'inefficacia della circolazione emisferica di portare a compimento scambi meridiani significativi.
Prendiamo gli inverni anonimi del passato. Anche in stagioni fredde caratterizzate da zonalità o da lunghe fasi anticicloniche (1998-99, 1999-2000, 2007-08 per citarne tre), almeno 5-6 saccature in cui arrivava la -10 sulle Alpi e la -5 in centro Italia te le faceva senza difficoltà.
Negli ultimi inverni, di queste saccature artiche ne avremo viste sì e no 5-6... in 5 anni!
Oppure, in alternativa, è servito lo split polare del secolo per portare una retrogressione di 3 giorni, subito riassorbita (febbraio 2018)... peraltro una dinamica "sui generis" che si verifica raramente, solo in determinate condizioni circolatorie che non si verificano tutti gli anni. Nemmeno una Rossby in senso stretto, quindi.
Le normali e frequenti irruzioni artiche (relativamente alle nostre medie eh, non in senso assoluto), che poi sono quelle che "fanno" i nostri inverni, stanno sparendo.
Un altro anello su come agisce l'AGW sembra essere stato agganciato alla lunga catena del clima