Nel "mare magnum" di opinioni più o meno legati ai desideranda piuttosto che ancorati saldamente a studi, tesine, dati statistici, desidero, in questa sede, esprimere alcuni concetti che sintetizzino quello che, a mio modo di vedere, è il quadro complessivo della situazione attuale che stiamo vivendo sul piano meteo.
Non torno a ribadire quanto ottimamente espresso da bravi colleghi forumisti circa ciò che è accaduto in stratosfera ciò che possa comportare, i tempi di un'eventuale possibile "risoluzione" ecc, quanto mi interessa evidenziare alcuni elementi anche di natura empirica vissuti attraverso la lettura dei modelli.
E questo in estrema sintesi si può riassumere in:
una scarsa attività convettiva in sede pacifica condizionata da 2 anni di Enso neg (PNA neutro o neg, mountain torque sostanzialmente negativo, frictional torque in crescita, Mjo attiva nelle fasi 2/3/4/5);
(in chiave invernale) una buona ripartizione delle anomalìe atlantiche in base ai meridiani che, stante un tripolo NAO poco evidente, potrebbe essere piuttosto reattiva qualora sollecitata la wave 2;
un buon recupero euroasiatico dello snowcover con formazione di un'area di alta pressione di tipo termico ma con supporto componente dinamica in troposfera (wave3) supportata dal trasporto da parte del getto del calore latente che permane a ridosso del continente europeo.
La stratosfera attuale, come da molti evidenziati, è il risultato di un progressivo indisturbato raffreddamento radiativo derivante dall'inerzia troposferica indotta dalla debolezza della wave 1 e forse da un incipit di disturbo stazionario (senza rilevante gradiente termico meridionale) ascrivibile alla presenza di anomalìe termiche positive presenti fino a novembre in area artico pacifica ormai cmq del tutto riassorbite unitamente all'interessantissimo recente studio sull'indice SAI relativa alla copertura nevosa del continente asiatico all'altezza circa dei 60°N nel mese di ottobre (assai scarsa).
Alcuni modelli avevano evidenziato quella che, secondo me, in queste circostanze può essere la variante al regime zonale in condizioni di un vortice polare più freddo della norma ovvero una circolazione che può favorire avvezioni fredde di matrice continentale, elaborazioni che certamente hanno tenuto conto del delicato equilibrio che il vortice mantiene in prossimità delle coste europee e ancora di più nel continente euroasiatico.
Equilibrio che non può tuttavia essere rotto in presenza di un getto sparato senza soluzione di continuità.
E qui torniamo nella giostra....ovvero le potenzialità quanto possano tradursi in mancanza dell'attivazione della waves' mother?
Potremmo rimanere sul filo tutto l'inverno e quindi in balia del vortice polare senza che l'equilibrio si rompa?
Secondo me la risposta è si ma dovremmo ipotizzare che il Pacifico rimanga inerte per tutto l'inverno (tranne le moderate e deleterie attività convettive Nina like).
Il delicato equilibrio sta proprio in questa correlazione tra i 2 oceani
Non torno a ribadire quanto ottimamente espresso da bravi colleghi forumisti circa ciò che è accaduto in stratosfera ciò che possa comportare, i tempi di un'eventuale possibile "risoluzione" ecc, quanto mi interessa evidenziare alcuni elementi anche di natura empirica vissuti attraverso la lettura dei modelli.
E questo in estrema sintesi si può riassumere in:
una scarsa attività convettiva in sede pacifica condizionata da 2 anni di Enso neg (PNA neutro o neg, mountain torque sostanzialmente negativo, frictional torque in crescita, Mjo attiva nelle fasi 2/3/4/5);
(in chiave invernale) una buona ripartizione delle anomalìe atlantiche in base ai meridiani che, stante un tripolo NAO poco evidente, potrebbe essere piuttosto reattiva qualora sollecitata la wave 2;
un buon recupero euroasiatico dello snowcover con formazione di un'area di alta pressione di tipo termico ma con supporto componente dinamica in troposfera (wave3) supportata dal trasporto da parte del getto del calore latente che permane a ridosso del continente europeo.
La stratosfera attuale, come da molti evidenziati, è il risultato di un progressivo indisturbato raffreddamento radiativo derivante dall'inerzia troposferica indotta dalla debolezza della wave 1 e forse da un incipit di disturbo stazionario (senza rilevante gradiente termico meridionale) ascrivibile alla presenza di anomalìe termiche positive presenti fino a novembre in area artico pacifica ormai cmq del tutto riassorbite unitamente all'interessantissimo recente studio sull'indice SAI relativa alla copertura nevosa del continente asiatico all'altezza circa dei 60°N nel mese di ottobre (assai scarsa).
Alcuni modelli avevano evidenziato quella che, secondo me, in queste circostanze può essere la variante al regime zonale in condizioni di un vortice polare più freddo della norma ovvero una circolazione che può favorire avvezioni fredde di matrice continentale, elaborazioni che certamente hanno tenuto conto del delicato equilibrio che il vortice mantiene in prossimità delle coste europee e ancora di più nel continente euroasiatico.
Equilibrio che non può tuttavia essere rotto in presenza di un getto sparato senza soluzione di continuità.
E qui torniamo nella giostra....ovvero le potenzialità quanto possano tradursi in mancanza dell'attivazione della waves' mother?
Potremmo rimanere sul filo tutto l'inverno e quindi in balia del vortice polare senza che l'equilibrio si rompa?
Secondo me la risposta è si ma dovremmo ipotizzare che il Pacifico rimanga inerte per tutto l'inverno (tranne le moderate e deleterie attività convettive Nina like).
Il delicato equilibrio sta proprio in questa correlazione tra i 2 oceani